Sulla strada della California: l’altro Big Sur
Il primo consiglio è il più importante: la direzione conta. La Pacific Coast californiana non si prende da Los Angeles, o da Sud in generale, ma da San Francisco, da Nord. Perché i celebri scenari e gli scorci dell’oceano, nel road trip più classico sono migliori partendo da nord. Ecco dove fermarsi nel tratto tra Monterey a Big Sur, dalle jurte con vista all'acquario gigante
Superata Santa Cruz, con il suo storico ma un po’ chiassoso Boardwalk, il luna park sulla spiaggia, e l’elegante Carmel, con un pensiero a Clint Eastwood che qui negli anni Ottanta è stato sindaco, si parte verso il Big Sur, con la leggendaria Highway 1, chiamata anche Pacific Coast Highway, riaperta dopo la rovinosa frana del 2017.
1. PICCOLE BUGIE A MONTEREY
Può sembrare un porto di pescatori molto turistico, ma Monterey in realtà vale la sosta. Da qualche tempo la cittadina un po’ patinata che fa da ingresso al road trip verso Sud richiama giovani menti creative e famigliole di neo green salutisti della nuova classe rich & young della West Coast, che si godono la lunga spiaggia a tutte le ore.
In pratica Monterey è la versione elegant-hipster del vecchio spirito mai del tutto indomito dei figli dei fiori della costa.
Vale la pena unirsi a loro per una mezza giornata fermandosi alla Cannery Row Brewing Company, per una birra artigianale, oppure al caffè dell’Old Fisherman’s Wharf, dove Nicole Kidman e Reese Witherspoon si incontrano nella serie Big Little Lies, ambientata proprio qui. Anche se non fosse il vostro genere, il Monterey Bay Aquarium è uno dei più ricchi del mondo: non snobbatelo, ha vasche alte 10 metri che pompano acqua oceanica dalla costa ed estensioni all’aperto. La vasca
2. NEL BIG SUR SOTTO LA TENDA O NELLA JURTA
Il posto è leggendario, aperto dal 1975 quando si chiamava Ventana Inn, ma oggi, totalmente rimesso a nuovo, l’hotel di ecolusso e glamping tra i più convincenti in zona Ventana Big Sur ha preso un’aria molto chic da Moonrise Kingdom, un’estate in tenda, il film di Wes Anderson (2012) che ha riportato in auge il campeggio in stile boy scout gaudenti. Dormire in una delle tende-suite accessoriate in mezzo alle sequoie, accendersi un fuoco nel braciere o fare un salto al bar-camper, un Airstream d’epoca, può valere la sosta. Unico rischio: arenarsi tra gli alberi e fermare la marcia persi nel bosco per un po’. Il prezzo non da tutti i giorni delle tende aiuta a proseguire la strada. Per soste più fricchettone, molto San Francisco, ci sono anche le jurte mongole con vista del Treebone Resort. Chi invece vuole viaggiare più easy nello spirito on the road della zona, può campeggiare con minore costo ma uguale emozione nel campground del Pfeiffer Park. Altri alloggi a Big Sur: storico e con vista il Post Ranch Inn, più semplice il Big Sur River Inn. Per tutti, la pasticceria di riferimento per colazioni memorabili è Big Sur Bakery.
3. LA SPIAGGIA MAGICA
Pfeiffer Beach è qualcosa di più di una spiaggia in una riserva marina, perfino qui dove le costiere spettacolari non mancano di certo: la sabbia brilla con tutti i colori dell’arcobaleno. Lungo il Big Sur, alla fine della Sycamore Canyon Road, Pfeiffer dà spettacolo di colori grazie ai minerali della sua incredibile sabbia. Quasi psichedelica, di giorno ha colori chiari e variopinti, ma al tramonto diventa blu, viola, lilla, e i riflessi si proiettano sul Keyhole, la roccia «buco della serratura» che sovrasta la spiaggia, soggetta a fenomeni di luce che sono la gioia degli esoterici, fiduciosi nell’esistenza degli alieni e seguaci new age di ogni genere, che affollano la zona in tutte le stagioni (è d’inverno che la roccia si illumina di un rosso marziano particolarmente “spaziale”). Da non credere. Attenzione però alla marea, accentuata e veloce: le navicelle dalla galassia magari non arriveranno, ma l’acqua sì, cancellando a volte anche tutta la spiaggia, tenete d’occhio gli orari.